San Vivaldo è un luogo in Toscana ma è anche un frate che è entrato nella storia di un luogo. Conosciamo, quindi, meglio la figura di frate Vivaldo da San Gimignano e le storie e leggende legate alla sua vita e quindi anche alla Gerusalemme francescana alla quale è legato. Vediamo quindi cosa si nasconde dietro la figura di San Vivaldo, una figura di culto per tante persone di fede.
La storia di Frate Vivaldo
La storia di Frate Vivaldo Stricchi da San Gimignano è piena di dolore e spirito di sacrificio per gli altri, ma anche di mistero e leggenda. Si dice che Vivaldo Stricchi sia nato a San Gimignano, piccola cittadina medievale in Toscana. La sua famiglia possedeva campi e boschi e Vivaldo cresce sviluppando un amore per la natura e per la solitudine. Forse anche per questo sceglie di diventare frate francescano del Terz’ordine. Se ti stai domandando chi è un terziario francescano, sappi che si tratta di una persona laica che segue la spiritualità francescana lungo il suo cammino terreno unendosi al Terz’ordine francescano.
Frate Vivaldo nella Selva di Camporena
Dopo la morte della madre conosce Bartolo da San Gimignano, parroco della chiesa dedicata a San Nicola da Bari a Picchena. Bartolo è un frate francescano che diventa un punto di riferimento per Vivaldo. Quando Bartolo si ammala di lebbra, Vivaldo si dedica per vent’anni alla cura dei lebbrosi. In seguito alla morte del suo maestro datata al 1300 circa, Fra Vivaldo sceglie una vita eremitica nella selva di Camporena, un luogo che allora non era molto ospitale. Forse per espiare i peccati del mondo, sceglie come sua dimora un tronco cavo di un grande castagno. Ci resterà per altri vent’anni fino alla sua morte il 1º maggio 1320. Si dice che, dopo che il suo corpo sia stato ritrovato proprio in quel tronco che lo aveva ospitato per vent’anni. Fra Mariano da Firenze nel suo Trattato del Terz’Ordine nei primi decenni del ‘500 descrive Vivaldo da S.Gimignano come un «homo pio et devoto» tanto che pare che, al ritrovamento del corpo, la chiesa di Montaione abbia suonato spontaneamente le campane: «le campane di sonare restorono et tucto el populo corse el loco et preso el sancto corpolo portarono a Montaone et nella chiesa di decta terra lo sotterrorono, dove in sino alpresente honorificamente nel altare maggiore si conservano le sua ossa».
Origini del culto di San Vivaldo
La leggenda legata a Frate Vivaldo attira ancora oggi numerosi pellegrini e fedeli anche perché la figura di San Vivaldo è legata al complesso religioso situato nei pressi del suo paese natale. Infatti, quando il 13 febbraio 1908 papa Pio X conferma il culto del Beato Vivaldo, il corpo fu traslato dalla chiesa di San Regolo alla chiesa a lui dedicata all’interno del convento di San Vivaldo, che ha preso il suo nome. La tomba di San Vivaldo è ancora lì, il castagno dove si è rifugiato invece no forse proprio perché è stato gradualmente consumato dai fedeli che desideravano averne un pezzo con sé.
Dove si trova San Vivaldo
Nonostante la mancanza di prove storiche concrete sulla vita di San Vivaldo, la sua figura è ancora venerata per il suo contributo alla spiritualità cristiana. La sua storia continua a essere tramandata, anche tramite quella del luogo che più di tutti rappresenta il territorio: la Gerusalemme di San Vivaldo, detta Sacro Monte o Gerusalemme di Toscana. Il complesso si trova poco distante dal borgo di San Vivaldo, immerso nel verde ad una altitudine di 416 s.l.m. Un luogo così denso di spiritualità che non ti resta che visitare per scoprire la leggenda del frate, una delle prime storie che questo luogo ha da raccontarti.